PANNELLO N° 12

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Rastrellamenti e stragi

Fivizzano, Bardine San Terenzo e Valla – 19 agosto 1944

Sono i giorni più terribili dell’occupazione: la strategia nazista non ha nulla a che vedere con la guerra tra eserciti, la scelta è quella di uccidere la popolazione inerme dei paesi, distruggere i centri abitati passando dalla politica della rappresaglia a quella dell’eliminazione.
Nella guerra tra partigiani e tedeschi nel fivizzanese c’è un episodio, il 17 agosto al ponte di Bardine, al quale si applica questa strategia: in un’azione del gruppo “Ulivi” rimangono uccisi 17 tedeschi che ancora una volta avevano fatto razzia di bestiame nella zona. Due giorni dopo la guarnigione ritorna insieme a quattro compagnie del battaglione di Reder: con loro ci sono anche 53 prigionieri prelevati durante un rastrellamento in Alta Versilia. Vengono legati agli alberi, ai pali di sostegno delle viti e fucilati.
Contemporaneamente le truppe di Reder, dopo aver occupato Colla e rastrellato diverse persone, si dirigono verso Valla, località dove si è rifugiata la popolazione di San Terenzo: si tratta di 106 persone, in prevalenza donne con i bambini e gli anziani. I tedeschi uniscono a loro anche altri abitanti rastrellati nel paese, li portano sotto un pergolato e uccidono a colpi di mitragliatrice 114 persone tra cui 63 donne e 11 bambini. Tra loro è anche il parroco, don Michele Rabino. Nascosta tra i cadaveri, si salva un bambina di sette anni.

Carrara, Castelpoggio – 21 e 25 agosto 1944

Il 21 agosto, mentre la popolazione si nasconde nei boschi perché la notte precedente sono stati uccisi dai partigiani tre soldati tedeschi sulla strada per Gragnana, i soldati, probabilmente del medesimo reparto, mettono in atto una rappresaglia verso chi è rimasto in paese. Vengono uccisi due uomini, padre e figlio e due donne colpite da una mitragliatrice posta sul campanile, mentre un anziano, ancora nella sua abitazione, muore nell’incendio che viene appiccato a gran parte del paese. Quattro giorni dopo, il 25 agosto, sei uomini catturati vicino al paese sono fucilati dai tedeschi nella villa Fabbricotti e solo dopo qualche tempo è possibile dar loro sepoltura. L’abitato, zona di passaggio dei militari, viene particolarmente preso di mira dai tedeschi e fino all’11 settembre si registreranno in diverse località altre quindici vittime, tra cui sei donne violentate e uccise insieme ad una bimba di cinque anni.

Massa, Guadine – 24 agosto 1944

I tedeschi presidiano il paese di Guadine che potrebbe costituire una via di fuga dalla zona dell’ampio rastrellamento sulle Apuane. Bloccati gli accessi all’abitato, lo percorrono sparando a chiunque incontrino. Si contano 13 vittime, tra cui cinque donne uccise per la strada o sulla soglia di casa. Quindi il paese viene incendiato.

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